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Cannabis, Fitocomplesso ed Effetto Entourage

Nella cannabis, così come in altre piante officinali, il fitocomplesso gioca un ruolo fondamentale nell’effetto entourage.

Il fitocomplesso: cos’è

Quando si trattano prodotti di origine vegetale, non si considera un solo principio attivo ma un insieme di più sostanze chiamato fitocomplesso. Il fitocomplesso non è altro che l’insieme dei componenti chimici di una pianta, e che globalmente le conferiscono le specifiche proprietà terapeutiche per cui viene utilizzata. I principi attivi presi singolarmente possono rivelarsi meno efficaci o con effetti diversi da quelli ottenuti utilizzando, invece, tutto il fitocomplesso.

Nella cannabis la sinergia naturale delle sostanze chimiche presenti nella pianta viene definito Effetto Entourage. Tutte le sue sostanze hanno effetti terapeutici, ma se agiscono in maniera sinergica gli effetti terapeutici saranno ampliati: «Viene definito “effetto entourage” ciò che consente a un principio attivo di amplificare la sua azione; unire tutti i componenti intorno a una chiave comporta una maggiore efficacia» (Mechoulam, 1998). Proprio come per la fitoterapia che non utilizza il principio attivo singolo – come avviene nella terapia farmacologica “classica” o “di sintesi” – ma piante e prodotti da esse ottenuti che contengono più sostanze.

Il fitocomplesso della cannabis

Alla creazione del fitocomplesso della cannabis partecipa l‘intera pianta con le relative sostanze contenute nei fiori, nelle foglie, nei semi e nell’olio quali:

  • fitocannabinoidi,
  • terpeni,
  • flavonoidi,
  • vitamine,
  • minerali,
  • acidi grassi insaturi e aminoacidi essenziali.

Fitocannabinoidi:

Oltre un centinaio, sono i composti chimici presenti nella pianta di cannabis di cui fanno parte THC, CBD, CBG, CBN (tanto per citare solo i più famosi) che si distinguono dagli endocannabinoidi (ovvero i cannabinoidi naturalmente prodotti dall’organismo)

Terpeni:

Rappresentano un gruppo di molecole aromatiche presenti in diverse piante, alimenti ed oli essenziali. Il loro ruolo primario è proteggere le piante da batteri. Oggigiorno, i terpeni, in particolare i terpeni estratti dalla cannabis, hanno iniziato ad essere utilizzati per le loro possibili proprietà antimicrobiche e antinfiammatorie.

Flavonoidi:

Vasto gruppo di composti fitochimici prodotti dal metabolismo secondario delle piante. Di fatto, gli intensi aromi, colori, e gusti, sono solitamente prodotti dai flavonoidi (e terpeni) di quella particolare pianta. I flavonoidi sono chimicamente dei potenti antiossidanti, ciò significa che sono in grado di neutralizzare i radicali liberi sventando così i loro effetti tossici per le cellule del corpo, da un punto di vista medico sono dei flebotonici e sostengono un migliore flusso sanguigno. La loro capacità antiossidante li rende indispensabili in una dieta sana e combattono i danni generati dallo stress ossidativo. I flavonoidi provengono principalmente dalla frutta come agrumi, uva rossa, banane, frutti di bosco (specialmente mirtilli) e dalle verdure come prezzemolo, cipolle e soia. Sono presenti nel cioccolato nero e in alcune bevande comuni come tè verde, tè nero, caffè e vino rosso. Data la loro solubilità in acqua anche alcuni infusi di erbe possono contenere flavonoidi. In particolare, la pianta di cannabis produce naturalmente una notevole quantità di flavonoidi e la loro distribuzione varia nella pianta concentrandosi principalmente in fiori, foglie e stelo. 

La pianta di cannabis è ricca di composti che interagiscono, attraverso dei recettori, con il sistema endocannabinoide per sostenere l’omeostasi dell’organismo. Molti cannabinoidi, come il CBD, sono ben studiati e molto popolari, quindi le persone li assumono spesso singolarmente. Tuttavia, assumere prodotti che contengano tutto il fitocomplesso della pianta per produrre il cosiddetto “effetto entourage” si sta rivelando un modo molto più efficace per ritrovare il benessere.

È importante verificare sempre che i prodotti siano certificati, che l’estrazione non venga effettuata attraverso solventi e la disponibilità dell’azienda a condividere risultati di test e analisi di laboratorio. Un prodotto di qualità è, inoltre, frutto di ceppi di Canapa accuratamente selezionati e di un buon terreno in cui crescere.

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